PalumboLab
PalumboLab è un brand di Palumbo Marmi nato dalla collaborazione con il Laboratorio di disegno industriale (LM4 Architettura) tenuto dal prof. Dario Russo, Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo.

L’attenzione di Palumbo Marmi verso i giovani designer si traduce in un motore portatore di innovazione. PalumboLab consente alle giovani leve di cimentarsi con il mondo del lavoro e di esprimere le proprie idee grazie a uno stimolante processo di cooperazione e partecipazione.

I progetti rappresentano un concentrato di cultura e sono frutto del connubio tra la sperimentazione del progettista, l’esperienza produttiva di Palumbo Marmi e l’ausilio di macchinari di ultima generazione che consentono alle idee di prendere forma al di là dei limiti propri della produzione artigianale.

Di seguito, sono presentati i progetti PalumboLab che si risolvono in moduli di rivestimento a parete e in complementi di arredo in marmo unici con volumi semplici, esteticamente accattivanti ma soprattutto utili e funzionali.

Palumbo Marmi porge un particolare ringraziamento agli indispensabili neo-designer menzionati in ognuno dei progetti e agli architetti Dario Russo (dario.russo18@unipa.it) e Pierfrancesco Arnone (www.pierfrancescoarnone.it) che con la loro professionalità e dedizione hanno favorito la nascita di PalumboLab e alimentano la sua esistenza.
A.A.  2014-2015
Slow Motion
Maria Rita Morvillo
Slow Motion è un modulo da rivestimento realizzato con tecnologia a controllo numerico. Al fine di disegnare il vestito della parete ancora spoglia, la forma del modulo è modellata in un sinuoso insieme di drappi e onde. Le nervature naturali del marmo vengono così a costituire una trama per l’elegante veste parietale, che sembra adagiarsi con andamento morbido sulla superficie verticale della stanza. L’orientamento non è casuale, ma rappresenta la scelta di cercare un vestito che colleghi il modulo alla tradizione del marmo. Tra i migliori rappresentanti, si candida primo l’abito in plissé delle affascinanti donne della Magna Grecia, i cui canoni sono stati da sempre indice di bellezza. Suggestivo è l’inganno di riprodurre nei moduli i cambiamenti che il vestito assume sotto l’impulso della gamba in movimento, che a ritmo costante lo conduce in una dolce camminata senza fine.
A.A.  2014-2015
Primitive
Vincenzo Caravello
Primitive, modulo da parete ispirato all'Optical Art di Victor Vasarely con un pizzico di sex design,  suscita un'inspiegabile attrazione verso di sé, invogliando a toccare le sue irresistibili curve per  assaporare insoliti piaceri marmorei. Chi osserva avverte così un conflitto interiore, qualcosa di poco  chiaro. Turbato, costui vive un'esperienza visivo-tattile vagamente surreale: si trova a toccare  freneticamente il centro del modulo, cercando di strappare l'anima distorta del modulo. In un secondo  tempo e all'improvviso, tutto appare chiaro: si mette a (ferro) e fuoco il linguaggio del modulo, che parla  la lingua dell'antiquissimae aetatis; e solo allora si comprende il perché delle cose: perché noi tutti non  resistiamo alla tentazione di portare una bic alla bocca.
A.A.  2014-2015
Dark Illusion
Ornella Gianbrone
Dark Illusion sfrutta la soggettività della percezione per suggerire una configurazione cangiante. La composizione si mantiene geometrica e monocromatica, ma i suoi rilievi, a diversi spessori, generano nella parete effetti illusori, di piena immersione nello spazio parietale. Il disegno del modulo scaturisce da linee-forza che, collocandosi in varie posizioni, si svincolano da uno schema univoco. Chi osserva può interpretare a suo piacimento la direzione dei segmenti e ravvisarvi un significato nascosto. Il movimento delle sue aste può convergere in un punto come pure allontanarsene, esprimendo allo stesso tempo due tensioni. Il contrasto tra le forze centrifughe e centripete, in costante contrasto, è sottolineato dalle diverse rifiniture del marmo. In tal modo, i moti dell’animo sono espressi attraverso la diversa disposizione della luce e del movimento delle linee. Ognuno vede in base alle proprie percezioni sensoriali.
A.A.  2014-2015
Labor-Intus
Giuseppe D'Amico
Semplici geometrie in movimento che si rincorrono intrecciandosi in un dedalo di percorsi tortuosi e angoli oscuri. Il rivestimento da parete Labor-Intus gioca su contrasti di luci e ombre, strutture scolpite che agiscono su piani e profondità diverse, che si attorcigliano e catturano all’interno del labirinto psico-visivo. Il modulo, con la sua forma articolata, conduce nel caos di rappresentazioni e ricordi profondi, spingendo l’osservatore a lottare contro ombre interiori, nel suo schema senza tempo. La via verso il centro conduce al Minotauro, espressione dell’animale che sta nel fondo di ognuno di noi, del percorso dell’anima verso l’equilibrio del proprio sé. Solo una ricerca interiore potrà condurre tra le vie della mente, portando all’uscita, alla felicità, con la sconfitta dell’alter ego malefico.
A.A.  2014-2015
Push
Giulia Candido
Push è una parete divisoria ispirata a Pin Pression, giocattolo brevettato da Ward Fleming, da cui la Pin  Art o Pin Screen. Composta da una scatola in cui sono presenti innumerevoli fori, attraversati da piccoli  perni liberi di scorrere in modo indipendente. Push dà luogo di volta in volta a diverse configurazioni  tridimensionali, assecondando anche le differenti esigenze funzionali. Il materiale utilizzato è il marmo,  che grazie alle sue caratteristiche strutturali, quali solidità e resistenza, e alla sua versatilità e qualità  estetica, si è affermato protagonisticamente nell'architettura e nel design. Materiale sfarzoso, di grande  pregio, m soprattutto eterno, così come la parete che sostanzia, in grado di esprimere forme sempre  diverse: di trasformarsi in appendiabiti, in libreria, in sistema si mensole o altro arredo metamorfico.
A.A.  2014-2015
Anamnesi
Chiara Di Trapani
Il dialogo con l’anima è il tema principe di Anamnesi, di Chiara Di Trapani, memore degli insegnamenti di Platone. Qui, il mito della caverna rappresenta il superamento dell’apparenza. Le geometrie Optical aiutano a trovare una configurazione che agevola l’osservatore a recuperare la memoria di una dimensione di cui ha ormai perso il ricordo, poiché prigioniero della realtà fisica. L’effetto è ottenuto dai rombi concentrici i cui spigoli sembrano spingersi fuori dalla parete quasi a voler sfuggire dal nostro mondo per approdare a un mondo onirico. Questi slanci si risolvono in una trama complessa, ricca di fenditure e giochi geometrici. La suggestione è di trovarsi di fronte a una dimensione surreale e per questo astratta e non immediatamente riconoscibile, lontana dalla realtà e dalla ragione, immersa nel sogno e nella fantasia. 
A.A.  2014-2015
Trama
Erika Masi
Trama è un modulo da rivestimento in marmo che trae la sua ispirazione dalle intricate geometrie delle tele dei ragni. La combinazione dei moduli prende spunto dal design organico, offrendo una superficie percettivamente mutevole che rende le pareti di qualsiasi ambiente fluide e dinamiche. Come in una ragnatela, nel modulo Trama l’osservatore è attratto e coinvolto dalla particolare geometria tridimensionale che varia in base al punto di vista dell'osservatore. L’alternanza di luci, ombre e curve morbide e sinuose, smaterializzano il marmo, denaturalizzandolo; lo fanno apparire tutt’altro che rigido, attribuendogli una nuova natura, dolce e malleabile. L’utilizzo del Bianco di Carrara, marmo di grande pregio, rinomato per la sua storia, da sempre utilizzato nell’arte e nell’architettura, gli conferisce un valore scultoreo aggiunto ed eterno.
A.A.  2013-2014
ChessLab
Lidia Cannella
ChessLab è una rivisitazione in marmo Bianco Sivec e Nero Konifera della nota scacchiera del Bauhaus (1923). L’idea alla base del progetto prende spunto da uno dei principi del Movimento moderno: form follows function (la forma segue la funzione).
La caratteristica principale di tale scacchiera sta infatti nei pezzi che la compongono: essi sono formati da elementi stereometrici fondamentali, semplificati drasticamente fino a essere ridotti a simboli che rappresentano il movimento che essi compiono sulla scacchiera. Partendo dai più semplici, il pedone rappresentato da un cubo, la torre da un parallelepipedo e l’alfiere da una piramide a base quadrata; fino ad arrivare ai più complessi, il cavallo formato da due “L” capovolte e sovrapposte, il re da un parallelepipedo con un cubo in cima (come se fosse incoronato) ruotato di 90 gradi e infine la regina formata da un parallelepipedo con in cima un cilindro.
A.A.  2013-2014
Frammento
Salvatore Cerrito
Riciclare è molto più che la semplice raccolta dei rifiuti riutilizzabili. È il risultato di una serie di passi che fanno parte di una vera e propria catena di valore che porta alla trasformazione del rifiuto in risorsa, fonte di materia prima per alimentare un nuovo ciclo produttivo. Tenendo conto che lo sfrido ha il valore commerciale del materiale di partenza si capisce quanto sia importante, anche dal punto di vista economico, ridurre gli sprechi. “Frammento” è il portariviste che raccoglie questa sfida. Realizzato utilizzando il 100% di marmo riciclato, punta a dare nuova vita agli scarti riutlizzandoli. Attraverso la combinazione di sfridi di diversa provenienza e natura si ottiene un oggetto policromo e dai colori unici. Con il suo linguaggio netto e minimale è in grado di trasformare lo sfrido da segno negativo a segno positivo divenendo un supporto perfetto per riviste importanti.
A.A.  2013-2014
Bambola
Gloria Pavone
Bambola è la perfetta configurazione d’una visione nostalgica. I più grandi rivivono con lei ricordi ormai lontani, i più piccoli ne vedono la magia di giochi non vissuti e forse conosciuti solo attraverso i racconti di nonni\ e genitori. Bambola è un oggetto “trottoloso”, come quei giochi che da bambini ci portavamo a letto; uno svuota-tasche giocoso, insomma, le cui illusioni ottiche che animano il suo interno rimandano al vorticoso gironzolare della trottola. Così come le imperfezioni sulla superficie della trottola rendevano unico quell’oggetto antico, che sbatteva qua e là arrestando bruscamente il suo folle movimento, anche la lavorazione di Bambola rende ogni volta unico quest’oggetto, grazie alla caratteristica venatura, sempre diversa, del marmo di Carrara di cui è fatto. Alla punta in nero Marquinio e al corpo in marmo, che inducono una fredda sensazione, si distingue il bastone in metallo. Ecco un oggetto prezioso e suggestivo, perfettamente adeguato ad accogliere i piccoli e identitari oggetti che si trovano nelle nostre tasche.
A.A.  2013-2014
Non Finito
Marina Tedesco
Non-finito è un complemento di arredo in marmo che nasce dalla volontà di raccontare il pensiero del grande Michelangelo Buonarroti: “Non ha l’ottimo artista alcun concetto ch’un marmo solo in sé non circoscriva col suo soverchio, et solo à quello arriva, la man che ubbidisce all’intelletto”. L’artista cioè non possiede nessuna idea che non sia già insita nel marmo, cui giunge solamente agendo con l’intelletto.
“Come una conca d’acqua che lentamente si svuota”, le sculture di Michelangelo sembrano emergere dalla pietra, che l’artista attacca dallo spigolo, lavorando il marmo non “per via di porre” ma “per forza di levare”. Lo stato di non-finito delle sculture michelangiolesche esprime l’energia con cui la figura tenta di liberarsi dal carcere della materia. Così, il progetto “Non-finito” si presenta come un blocco di marmo in cui le parti si alternano con modalità di lavorazioni delle finiture differenti, a dimostrare la contrapposizione degli elementi raffigurati: indomabilità della materia e perfezione dello spirito umano. Chi si approccia a questo piccolo oggetto è invitato a “liberare” la forma all’interno del blocco, svelandone con un sol gesto la funzione.
A.A.  2013-2014
Dissolvenza
Alessia Spatola
“Tutto si dissolve velocemente, i corpi stessi nello spazio e il ricordo di essi nel tempo”, afferma Marco Aurelio. Tutto ciò che esiste nella realtà, infatti, è destinato gradualmente a mutare e dissolversi nello spazio e nel tempo: una goccia che cade nell’acqua lascia delle tracce via via evanescenti; una foto, inizialmente nitida, perde i suoi colori e le sue qualità; la vita di ogni essere, vivente e non, svanisce. Allo stesso modo, Dissolvenza richiama l’effetto dato da un sasso gettato in acqua, e quindi l’immagine dei centri concentrici che si formano subito dopo attorno. L’acqua è rappresentata da un piano quadrato in marmo, il sasso che cade in essa è un vaso centrale che attraversa il piano e, infine, i cerchi concentrici sono degli intagli che servono ad accogliere le riviste. Questi hanno un andamento asimmetrico e una larghezza che diminuisce gradatamente, spostandosi dal vaso centrale verso l’esterno, quasi a ricordare il movimento di una spirale.
A.A.  2013-2014
Hadid Box
Leonardo Fricano
Hadid Box vuol creare un sistema/oggetto in equilibrio tra ambiente naturale e ambiente costruito, tra natura e architettura. La sua genesi vuole essere un segno antropico che dà forma a un mistero: il mistero della creazione. Una forma che è essa stessa un mistero che sfugge alle definizioni, ma che tende a portare benessere visivo e facilità d’uso. C’è molto di femminile e sensuale nelle forme dell’oggetto che si colloca nello spazio e lo informa di sé. C’è la natura organica con le sue forme fluide realizzate sagomando il freddo marmo e conferendogli flessibilità e movimento, in una evoluzione sincronica e armonica, come in una sonata per violoncello o in una colata calda di magma: Le note leggiadre di questa sonata sono rappresentate dalle architetture di Antoni Gaudí, dagli oggetti di Alvar Aalto, dal Beko Center di Zaha Hadid… che si sono destrutturate e amalgamate per poi riemergere in una forma nuova e del tutto inaspettata, la quale rimanda a quelle suggestioni che l’hanno generata.
A.A.  2013-2014
Eraclito
Giuseppe Cammarata
Diceva Eraclito: “Ciò che contrasta concorre e da elementi che discordano si ha la più bella armonia”. Ecco una delle massime che meglio esprime la sua dottrina sull’armonia dei contrari. Secondo questa teoria, tutto il divenire è sottoposto a un continuo passaggio da un contrario all’altro, in una guerra in cui i contendenti riescono alla fine a trovare l’armonia. Un concetto simile sostanzia la filosofia taoista, e in particolare il concetto di yin yang. I due principi generatori rappresentano le forze motrici dell’universo le cui polarità opposte coesistono in un perenne stato di moto; in questo moto caotico, in cui l’uno non può escludere l’altro, i due principi riescono a trovare armonia. Da queste considerazioni nasce Eraclito, un complemento d’arredo in grado di risolvere armoniosamente tutte le contraddizioni in esso contenute. Al chiarissimo bianco marmo di Carrara si oppone il nero dell’ardesia naturale; al freddo ghiaccio del seau à glace si oppone la calda fiamma del bruciatore al bioetanolo, cosicché l’armonia possa essere raggiunta.